Il digitale e l'identità del reale

Un articolo di Alfonso M. Iacono, sull’ultimo numero di Gente di Fotografia affronta il problema delle implicazioni della tecnologia digitale in fotografia a partire da un recente saggio di Jean Baudrillard dal titolo “Il digitale e l’egemonico” .

E parte, teoria interessante, dalla formulazione marxista della contraddizione degli opposti che Baudrillard chiama “il gioco della dualità”. La realtà viene percepita a partire da questa dialettica degli opposti: giorno/notte, luce/ombra, femminile/maschile, bene/male.
Quindi è proprio questa duplicità che permette la conoscenza di sé, la percezione del reale. L’uomo che si specchia e riconosce, riflessa, la copia di sé, sente, nel contempo, la realtà della propria esistenza. Così, la fotografia, attraverso la riconoscibilità della copia data dal negativo, riconosceva la realtà del/dei soggetti.
Tanto ciò è vero, quanto il fatto che l’immagine digitale, non riferendosi a un negativo-copia, ma formandosi in maniera digitale, su uno schermo elettronico, perde la sua essenza di copia, recide il vincolo duale facendo venire meno la percezione dello spazio reale.

Con l’avvento della tecnologia digitale, la fotografia cessa la prestazione del suo servizio alla realtà, deprivata dall’intimo rapporto con la manualità, perde il riferimento al modello reale.
Baudrillard, nel suo saggio, cerca di fornire una risposta al problema mutuando da Gilles Deleuze la teoria platonica del simulacro, sottolineando che alla realtà si contrappongono la copia e il simulacro, differenti dal fatto che, mentre la copia annuncia la realtà a cui fa riferimento, il simulacro annuncia sé stesso e afferma la contemporaneità. Ecco la fotografia digitale, simulacro della realtà!
Alla fine dell’articolo citato, Iacono si chiede se anche il simulacro non possa sfuggire al gioco della duplicità. A qualcosa deve pur fare riferimento, niente nasce dal niente.


Il digitale muta forse il senso della fotografia, ma siamo certi che esso perda del tutto quel riferimento al mondo, qualunque esso sia, senza cui non possiamo più dare senso e significato a ciò che facciamo?[1]


NOTE
[1] Il digitale e la duplicità del reale, Alfonso M. Iacono, Gente di Fotografia, Primavera-Estate 2007, pag. 72

Fotografie:
di Fabio Savagnone, della serie “La città sconosciuta” tratte da Gente di Fotografia.

Commenti

Anonimo ha detto…
Molto interessante sociologicamente l'identità attraverso al tecnologia, si , attuale